Tortelli piacentini

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Ed eccoli qua, i famosi e inimitabili tortelli piacentini.

Cosa li distingue? La coda, naturalmente! Una volta cotta, crea quell’alternanza di pasta sottile e spessa che è gioia per il palato e tratto caratteristico del tortello piacentino. Li serviamo con burro fuso e salvia o con il sugo di funghi.

Come fosse una catena di montaggio, prepariamo questo tipo di pasta.
Il cuoco Paolo stende la sfoglia sul piano di lavoro, la taglia in piccoli quadri e dopo aver lasciato un ciuffetto di ripieno con ricotta, erbette e parmigiano su ogni quadrato, Franca, la Gabri ed io procediamo alla chiusura a treccia.
Facile? Tutt’altro! Servono anni di esperienza per chiudere le trecce in modo che il ripieno non esca durante la cottura.
Può sembrare un lavoro noioso, ma vi garantisco che è molto distensivo, esercita funzioni antistress.
Altro che tè con le amiche!